Siamo un po’ tutti a conoscenza dei rilevanti danni prodotti dall’uso e abuso del tabacco e dell’alcol sul nostro organismo e di quanto questi possono compromettere la salubrità del nostro fisico. Pochi sanno, invece, quanto fumo e alcol incidano negativamente sulla salute della nostra pelle al punto da procurare prematuri segni di invecchiamento, come le tanto temute “rughe del volto“.

Oggi, finalmente, abbiamo uno studio autorevole di Goodman GD et al: Impact of Smoking and Alcohol Use on Facial Aging in Women: Results of a Large Multinational, Multiracial, Cross-sectional Survey (J Clin Aesthet Dermatol. 2019 Aug;12(8):28-39), ampiamente documentato, che ci dice con precisione quali segni clinici di invecchiamento della pelle e della riduzione dei volumi del viso siano associati all’uso del tabacco e dell’alcol, in particolare sulle donne.

L’impatto di fumo e alcol sull’invecchiamento del viso

Lo studio si rileva decisamente importante, perché condotto su ben 3267 pazienti, appartenenti a diverse etnie e di un’età compresa tra i 18 e i 75 anni.
Le partecipanti al test, individuate mediante una ricerca internet in diversi paesi del mondo, seguendo un preciso protocollo, sono riuscite a determinare l’entità del proprio invecchiamento, basandosi su una scala di valutazione fotonumerica secondo ben 11 caratteristiche facciali.
Associando l’entità di ciascuna caratteristica delle partecipanti all’uso delle stesse del fumo e dell’alcol (nessuno vs moderato e pesante) si è potuto stabilire che fumo e alcol incidono significativamente, ma in modo differenziato, sulla pelle e sull’invecchiamento del viso, in relazione al volume dello stesso.
Si è potuto così notare che le fumatrici abituali presentavano significativi danni quali: un aumento della gravità delle rughe della fronte, della glabella e delle cosiddette “zampe di gallina”, gonfiore sotto gli occhi, pieghe naso-labiali, “codice a barre” e un diminuito turgore delle labbra. Nel caso di consumo eccessivo di alcol, ai danni precedenti, invece, si è potuto riscontrare anche la perdita di volume del midface e la comparsa di vasi sanguigni visibili. Lo studio si conclude con la sollecitazione, rivolta in primis ai medici che si occupano di estetica, di condividere quanto più è possibile con le pazienti questi importanti risultati, nell’intento di portare le abituali consumatrici di alcol e tabacco a mutare il proprio stile di vita.

Caratteristiche facciali per le quali la gravità dell’invecchiamento è significativamente associata (p<0.05) al consumo di fumo e alcool mediante analisi di regressione lineare (Appendici 2–4), previo controllo dell’età, della razza, dell’indice di massa corporea, e paese, in base allo stato di fumo (A), alla storia del fumo (B) e al livello di consumo di alcol (C) rispettivamente. Immagine tratta da: Impact of Smoking and Alcohol Use on Facial Aging in Women: Results of a Large Multinational, Multiracial, Cross-sectional Survey (Goodman GD et al. J Clin Aesthet Dermatol. 2019 Aug;12(8):28-39)

Invecchiamento cutaneo del viso; media dei punteggi di gravità che indica la tendenza dell’invecchiamento cutaneo di determinate aree e le caratteristiche dei volumi in base alla storia del fumo. Immagine tratta da: Impact of Smoking and Alcohol Use on Facial Aging in Women: Results of a Large Multinational, Multiracial, Cross-sectional Survey (Goodman GD et al. J Clin Aesthet Dermatol. 2019 Aug;12(8):28-39)

Un invito a tutte le donne

L’invito, ovviamente, è rivolto a tutte le pazienti fumatrici, ma, in particolare, alle giovani donne perché, anche se i meccanismi molecolari alla base delle conseguenze del fumo sulla pelle sono ancora incerti, di fatto non mancano interessanti dimostrazioni della nocività del tabacco sulla pelle, come quello a cui facciamo riferimento.
Il medico specialista, che si occupa della cura della pelle, riesce a cogliere, ben prima che la paziente racconti le sue abitudini di vita, quegli aspetti che fanno pensare a quanta attenzione viene posta alle buone pratiche:

niente fumo,
poco o niente alcol,
la giusta dose di sport,
sole sì ma con le opportune precauzioni,
controllato utilizzo di computer e telefonini e così via di seguito.

E sì, perché le buone pratiche di vita aiutano significativamente a rallentare l’inevitabile invecchiamento cutaneo, ma, soprattutto, aiutano a rendere più efficaci e durevoli gli effetti dei trattamenti estetici. Infatti, questi, laddove incontrano una cute asfittica, o danneggiata e, quindi, bisognosa di “riparazioni“, vengono assorbiti in un lasso di tempo piuttosto breve lasciando talvolta poco soddisfatta la paziente, ma ancor più il medico, che vede vanificato il suo impegno professionale e la cura posta nell’individuare il trattamento più idoneo.

La pratica medica ci induce a rilevare, ahimè, che c’è molto spesso una certa resistenza a cambiare le abitudini di vita e che occorre molta forza di volontà e impegno nel tempo per ottenere questo patto di collaborazione. Patto, badate bene, che va nell’interesse innanzitutto della paziente perché vada incontro ad una migliore qualità di vita e si senta appagata dal suo sé corporeo e dunque più sicura di sé stessa!

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Dott.ssa Ilaria Zollino

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