Chirurgia maxillo-facciale
Bruxismo
Parliamo di bruxismo quando vi è un pesante digrignamento dei denti durante il riposo notturno.
Cos’è il bruxismo
Nella fase più profonda del sonno, tutti noi effettuiamo rapidi movimenti oculari (R.E.M.) e digrignamento dei denti; questo permette all’organismo di sgombrare in modo naturale gli stress accumulati durante il giorno e così unire al riposo muscolare anche quello psichico.
Quando questi movimenti notturni della mandibola si accentuano, possono creare forti fastidi ed alcuni effetti collaterali: denti con lo smalto consumato (che diventano “più corti”) o anche una spiacevole cefalea muscolo-tensiva che compare al mattino appena svegli. Anche da un punto di vista estetico il viso può assumere un aspetto più squadrato.
Questo si spiega perché il digrignamento, cioè il far scivolare con forza i denti della mandibola contro quelli del mascellare, avviene grazie all’azione di un muscolo, il massetere, posizionato dall’angolo della mandibola all’osso zigomatico, determinante per la chiusura della mandibola e per la masticazione.
L’utilizzo notturno continuo rende il massetere più grosso e quindi visibile sul volto, per cui si dice che un digrignatore notturno lo si può riconoscere osservandone il viso, prima ancora che si sieda alla poltrona del dentista.
Per contrastare il bruxismo e le sue conseguenze si è fatto ricorso a molte soluzioni.
Il bite plane notturno
La soluzione più praticata per contrastare il bruxismo prevede l’uso di un bite plane notturno: un piano di resina che separa le due arcate, da indossare durante la notte.
In tal modo si annulla o comunque si riduce notevolmente l’attrito tra le due arcate, con una minor sollecitazione dei denti che così non si consumano, ma soprattutto l’impegno dei muscoli masticatori (temporale, pterigoideo e massetere). La conseguenza è che scompare la cefalea e si mette a riposo l’articolazione temporo-mandibolare (ATM) spesso coinvolta da questi eventi.
L’utilizzo della tossina botulina
Purtroppo, sempre più spesso ci si accorge che il bite notturno non basta e si ricorre allora alla tossina botulinica per mettere a riposo il massetere.
Questa tossina, attualmente molto usata in neurologia e in campo estetico, consente di interrompere, per un certo lasso di tempo, il collegamento neuro-muscolare, impedendo quindi la contrazione dei muscoli dove viene iniettata.
Il suo effetto dura solo alcuni mesi e poi tutto ritorna come prima, salvo che non venga ripetuta la terapia.
Nel caso del bruxismo, l’esperienza clinica mostra come l’utilizzo di circa 12/18 U.I. di tossina, inoculate nel ventre del massetere possano, insieme al bite, ridurre sensibilmente la cefalea mattutina e mettere a riposo il muscolo che così diviene meno ipertrofico, cioè meno grosso. Particolare attenzione deve essere posta all’area della guancia per individuare il muscolo ed evitare che il botulino venga iniettato in aree nobili come quella del dotto parotideo o nella ghiandola parotide o nell’arteria facciale.
Questa è dunque una manovra chirurgica sicura solo se viene eseguita da personale medico specializzato e in seguito ad una diagnosi ben precisa.